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La crisi del settimo anno

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O più precisamente “La smania del settimo anno” come ricordava il titolo originale del film “Quando la moglie è in vacanza” (The seven year itch) di Billy Wilder.
Sette è un numero magico per gli esseri umani: le cellule della pelle si rigenerano ogni sette giorni, le cellule dello scheletro si sostituiscono ogni sette anni…. E quando gli esseri umani divorziano, spesso lo faranno proprio dopo sette anni di matrimonio.

Perche proprio sette? E non sei o otto? gli esperti in matrimonio spesso parlano di stress accumulato dai primi anni di matrimonio, i cambiamenti conseguenti e la crescita dei bambini. Dopo sette anni di matrimonio, in genere,i bambini sono abbastanza grandi da andare a scuola e i genitori per la prima volta si trovano a desiderare qualcosa di diverso, qualcosa che non gli ricordi tutti i cambiamenti che hanno affrontato negli ultimi anni.
Ovviamente questa spiegazione non include le coppie che non hanno figli, come Brad Pitt e Jennifer Aniston, che divorziarono dopo sette anni di matrimonio,  o quelle il cui matrimonio finisce subito dopo la nascita del primo bambino.

Vediamo che dicono gli studi sulla “Smania del settimo anno”.
Nel 1999 uscí un articolo di Lawrence Kurdek su Developmental Psychology che mostrava che esistono due momenti difficili nella soddisfazione matrimoniale nei primi dieci anni. Il primo momento arriva dopo quattro anni, il secondo dopo sette. Lo studio potrebbe suggerire che nel momento in cui arriva la seconda crisi, la coppia inizia a interrogarsi sull’effettiva stabilita del proprio matrimonio. La ricerca di Kurdek sottolineava anche che le coppie con figli mostrano un più alto livello di infelicitá al quarto e al settimo anno.

La noia è un altro fattore importante nella durata del matrimonio. Degli studi dell’Università del Michigan e della Stony Brooke University trovarono che le coppie che riportavano sentimenti di noia nel loro matrimonio durante il settimo anno, riportavano anche minore felicità e minore soddisfazione matrimoniale nove anni dopo, al sedicesimo anno di matrimonio. I ricercatori concludevano che i sentimenti di noia o di “essere in trappola” durante il settimo anno di matrimonio, tolgono importanza al senso di vicinanza, il che riduce la soddisfazione.”

Gli ultimi studi si sono invece concentrati sull’aspetto biochimico dell’amore duraturo: quali sostanze vengono prodotte nelle storie d’amore?
I risultati parlano di tre fasi principali: nel corso della prima fase vengono prodotti gli ormoni del desiderio sessuale: il testosterone in primo luogo. Più avanti nella relazione arrivano quei sentimenti quasi ossessivi di sentirsi “pazzamente innamorati”, di aver bisogno del partner. Questa fase è mediata dalla Dopamina, l’ormone della ricompensa.
Ed è qui che arriva la prima crisi: quando finisce la Dopamina. Secondo questi studi, infatti, la sensazione di “disamorarsi” del partner arriva dopo quattro anni e dipende dalla diminuzione in produzione di Dopamina.
La domanda a questo punto nasce spontanea: c’è un terzo ormone che media l’amore a lungo termine? Il terzo stadio dell’amore è caratterizzato da un senso di attaccamento al partner che ci fa sentire il romanticismo anche quando il desiderio sessuale è un ricorso lontano. L’ormone in questione è l’ossitocina, che viene prodotta subito dopo il rapporto sessuale e che aiuta a cementificare il rapporto. Questa potrebbe essere la ragione “chimica” per cui le coppie che fanno più sesso hanno relazioni più durature.

Fonti: Kelly Moyer “The science behind the seven year itch”
Foto: “Quando la moglie è in vacanza” di Billy Wilder, 1955