Donne e Lavoro

 

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“Quando ti presenti ai colloqui, solo perché hai 30 anni e sei sposata danno per scontato che avrai presto un bambino e non ti assumono” Livia, 29 anni

 

“Ho accettato il lavoro e poi ho scoperto di essere incinta. Quando l’ho detto al mio capo mi  ha detto che per colpa mia la società potrebbe fallire” Sara, 34 anni

 

“Devo tornare presto a lavoro dopo la maternità, o rischio che il mio sostituto mi prenda il posto” Sandra, 34 anni

 

Attualmente non esiste in tutto il mondo una posizione lavorativa che non sia ricoperta da una donna. Ogni giorno, un numero sempre maggiore di donne abbatte il proverbiale “soffitto di vetro” e occupa posizioni che fino a pochi decenni fa sarebbero state ritenute irraggiungibili (SB Carter, 2011).

L’anno scorso fece scalpore la notizia che Yahoo! aveva assunto come nuovo CEO dell’azienda una donna al sesto mese di gravidanza. Ancora più scandaloso nella storia fu che Marissa Mayer avesse dichiarato apertamente di essere incinta in sede di intervista, cosa che “legalmente una donna non è costretta a rivelare e che l’intervistatore non può chiedere”. La Mayer nel frattempo ha avuto il suo bambino, ha utilizzato solo due settimane di congedo parentale, durante il quale ha lavorato da casa, e ha costruito una Nursery per suo figlio proprio accanto al suo ufficio. Non siamo qui per dare giudizi positivi o negativi alla dedizione al lavoro e alla creatività della Mayer, crediamo comunque che questa notizia sia un sintomo di come la presenza delle donne nel mondo del lavoro ponga dei nuovi quesiti rispetto al vero significato di Parità.

Le donne si sono battute per averla, ma l’abbiamo davvero raggiunta? Parità vuol dire uguali condizioni per tutti?

Nel Regno Unito, per spiegare l’equità e diversità (Equality and Diversity) presentavano l’esempio della divisa di lavoro: se tutti i lavoratori sono uguali e la divisa comprende un berretto, tutti dovranno indossarlo. Ma se per via della propria appartenenza religiosa o culturale qualcuno avesse problemi ad indossare il berretto, l’uguaglianza porterebbe alla discriminazione. La nuova frontiera della parità è dunque il rispetto della diversità.

I nuovi obiettivi sono infatti volti a creare un ambiente di lavoro che riconosca e utilizzi positivamente e costruttivamente le differenze di genere.

 

Negli Stati Uniti una ricerca dell’associazione nazionale dei genitori ha rilevato che il 50% delle donne in carriera che dichiarano di volere dei figli arrivano a quarant’anni senza averne, in contrasto con solo il 25% degli uomini.  Questo dato riflette la difficoltà a ottenere il tanto sognato equilibrio tra famiglia e lavoro.


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