Ultimi Aggiornamenti degli Eventi

11 consigli da divorziato a divorziato sulla cogenitorialitá

Postato il Aggiornato il

image

Il divorzio sarà sicuramente stato incredibilmente faticoso e molto drammatico; ma se desiderate che i vostri figli ne escano salvi, il vostro modello di co-genitorialitá deve essere ineccepibile.

Come si fa a comportarsi bene con il proprio ex, quando non vorreste altro che l’esatto contrario? Ecco dei consigli raccolti dall’esperienza di altre coppie divorziate, impegnate, come voi, a cercare di creare una relazione costruttiva di cogenitorialitá con l’ex partner.

1. Rapporto di lavoro. Provate a considerare il vostro ex come un collega. questo vi aiuterà a mantenere la giusta distanza nei momenti più complicati. Lamentatevi di lui/lei con gli amici e mai con i figli! I sentimenti dei vostri figli devono restare sempre in primo piano

2. Regole. Accordatevi sulle regole da mantenere in casa il più possibile. In questo modo i bambini non saranno in grado di approfittare della situazione. È importante che sia chiaro che ciò che non si può fare a casa di Mamma non si può fare nemmeno a casa di Papà

3. superare la rabbia. Trovate il modo di superare i sentimenti di rabbia che provate verso il vostro ex partner. Cominciate a guardarlo come un genitore e date loro lo spazio per mantenere e migliorare il vostro legame come co-genitori.

4. non è un gioco! Non dimenticate mai che il divorzio non è una partita da vincere e i bambini non sono pedine!

5. Genitori si resta per tutta la vita. Anche se smettete di essere marito e moglie, resterete i genitori dei vostri figli per tutta la vita. Per questo motivo, non è tanto importante per i vostri bambini se divorziate o meno, ma il modo in cui gestite i conflitti fra di voi, perché questo influenzerà il modo in cui loro percepiranno il divorzio.

6. Essere superiori. È molto semplice perdersi nei propri desideri e bisogni e intraprendere una battaglia con il vostro ex, ma essere superiori rende la vita più felice a tutti coloro che sono coinvolti.

7. Attenti ai giudizi. Entrambi sarete tentati a diventare giudicanti l’uno verso l’altra. A meno che non ci siano situazioni di serio pericolo per i vostri bambini, tentate di dare il beneficio del dubbio al vostro ex partner e credere che anche lui o lei, esattamente come voi, sta facendo il meglio che può.

8. Niente manipolazioni. Non tentare di mettere i bambini contro l’altro genitore. State divorziando da lui o lei, non dai vostri figli, quindi non coinvolge teli nella vostra rabbia.

9. Disinteressamento. Disinteressatevi di ciò che accade in casa dell’altro, a meno che non sia realmente significativo.

10. Comunicazione. È la chiave di tutto. Bisogna sempre mantenere aperto un canale comunicativo. Evitate di lasciare che il risentimento verso l’altro chiuda i canali di ascolto, diventa controproducente.

11. Tale padre/madre tale figlio. I vostri figli hanno bisogno di entrambi i genitori, e hanno bisogno di vederli andare d’accordo. Il modo migliore per insegnare ai vostri figli ad essere delle persone in grado di superare le avversità e gettarsi il passato alle spalle è farlo voi stessi. Una delle lezioni di vita migliori che potete dare loro è come creare una relazione sana anche in situazioni molto difficili.

Fonti: brittany wong 11 things all divorced parents need to hear. (The Huffington post)

Auguri alle mamme che…

Postato il

image

Oggi per la festa delle mamme, Prima fa gli auguri a tutte le mamme, in particolare a quelle che si sentono mamma da tanto, ma non riescono a concepire; a quelle che hanno sofferto per diventarlo e a quelle che hanno sofferto per esserlo diventate; a quelle che sono convinte di non essere abbastanza brave; a quelle che speravano sarebbe stato più facile; a quelle che sapevano sarebbe stato difficile, ma lo sono diventate lo stesso; a quelle che non ci sono più, ma che in qualche modo sono sempre presenti; a quelle da cui si vuole imparare, e a quelle da cui ci si vuole allontanare; alle mamme appena nate e a quelle che in fondo in fondo lo sono sempre state.

La crisi del settimo anno

Postato il

image

O più precisamente “La smania del settimo anno” come ricordava il titolo originale del film “Quando la moglie è in vacanza” (The seven year itch) di Billy Wilder.
Sette è un numero magico per gli esseri umani: le cellule della pelle si rigenerano ogni sette giorni, le cellule dello scheletro si sostituiscono ogni sette anni…. E quando gli esseri umani divorziano, spesso lo faranno proprio dopo sette anni di matrimonio.

Perche proprio sette? E non sei o otto? gli esperti in matrimonio spesso parlano di stress accumulato dai primi anni di matrimonio, i cambiamenti conseguenti e la crescita dei bambini. Dopo sette anni di matrimonio, in genere,i bambini sono abbastanza grandi da andare a scuola e i genitori per la prima volta si trovano a desiderare qualcosa di diverso, qualcosa che non gli ricordi tutti i cambiamenti che hanno affrontato negli ultimi anni.
Ovviamente questa spiegazione non include le coppie che non hanno figli, come Brad Pitt e Jennifer Aniston, che divorziarono dopo sette anni di matrimonio,  o quelle il cui matrimonio finisce subito dopo la nascita del primo bambino.

Vediamo che dicono gli studi sulla “Smania del settimo anno”.
Nel 1999 uscí un articolo di Lawrence Kurdek su Developmental Psychology che mostrava che esistono due momenti difficili nella soddisfazione matrimoniale nei primi dieci anni. Il primo momento arriva dopo quattro anni, il secondo dopo sette. Lo studio potrebbe suggerire che nel momento in cui arriva la seconda crisi, la coppia inizia a interrogarsi sull’effettiva stabilita del proprio matrimonio. La ricerca di Kurdek sottolineava anche che le coppie con figli mostrano un più alto livello di infelicitá al quarto e al settimo anno.

La noia è un altro fattore importante nella durata del matrimonio. Degli studi dell’Università del Michigan e della Stony Brooke University trovarono che le coppie che riportavano sentimenti di noia nel loro matrimonio durante il settimo anno, riportavano anche minore felicità e minore soddisfazione matrimoniale nove anni dopo, al sedicesimo anno di matrimonio. I ricercatori concludevano che i sentimenti di noia o di “essere in trappola” durante il settimo anno di matrimonio, tolgono importanza al senso di vicinanza, il che riduce la soddisfazione.”

Gli ultimi studi si sono invece concentrati sull’aspetto biochimico dell’amore duraturo: quali sostanze vengono prodotte nelle storie d’amore?
I risultati parlano di tre fasi principali: nel corso della prima fase vengono prodotti gli ormoni del desiderio sessuale: il testosterone in primo luogo. Più avanti nella relazione arrivano quei sentimenti quasi ossessivi di sentirsi “pazzamente innamorati”, di aver bisogno del partner. Questa fase è mediata dalla Dopamina, l’ormone della ricompensa.
Ed è qui che arriva la prima crisi: quando finisce la Dopamina. Secondo questi studi, infatti, la sensazione di “disamorarsi” del partner arriva dopo quattro anni e dipende dalla diminuzione in produzione di Dopamina.
La domanda a questo punto nasce spontanea: c’è un terzo ormone che media l’amore a lungo termine? Il terzo stadio dell’amore è caratterizzato da un senso di attaccamento al partner che ci fa sentire il romanticismo anche quando il desiderio sessuale è un ricorso lontano. L’ormone in questione è l’ossitocina, che viene prodotta subito dopo il rapporto sessuale e che aiuta a cementificare il rapporto. Questa potrebbe essere la ragione “chimica” per cui le coppie che fanno più sesso hanno relazioni più durature.

Fonti: Kelly Moyer “The science behind the seven year itch”
Foto: “Quando la moglie è in vacanza” di Billy Wilder, 1955

Coinvolgere i figli nel processo di separazione dei genitori oppure no?

Postato il Aggiornato il

I figli devono essere coinvolti nel processo di separazione: hanno bisogno di capire perché i loro genitori hanno deciso di divorziare, per acquistare la sicurezza che la colpa non è loro, e per essere rassicurati del fatto che entrambi i genitori resteranno nella loro vita. A. Napier e C. Whitaker “Il crogiuolo familiare”, 1978

Aiuto! Gli antidepressivi in gravidanza!!

Postato il Aggiornato il

image

Dal 12 al 18 febbraio 2014 Si è tenuto a Torino il diciottesimo congresso della Società Italiana di Psicopatologia. Il tema di quest’anno era “La psicopatologia e le età della vita”. Si è parlato anche di Depressione Post Partum. Gli autori che hanno partecipato hanno deciso di mettere in discussione uno dei capisaldi dei disturbi psichiatrici perinatali e ricominciare tutto da li: la terapia farmacologica.

L’uso di farmaci in gravidanza e in allattamento è infatti uno degli aspetti che più spaventano neogenitori e medici. Dal momento che è eticamente impossibile fare una sperimentazione su una donna incinta, infatti, tutti gli studi presenti sull’argomento sono limitati dal fatto che nell’osservazione clinica è difficilissimo distinguere cosa ha funzionato e cosa no.
L’argomento di partenza è quindi stato: cosa è successo quando  se non sono stati trattati i disturbi ansioso/ depressivi in gravidanza?

Uno studio del 2009 riporta che nel 40℅ dei casi di depressione post partum, la mamma aveva avuto dei sintomi durante la gravidanza.
Ma non conviene comunque proteggere il feto dai farmaci e aspettare di curarsi dopo il parto?
Gli studi dicono no!
I sintomi ansioso depressivi in gravidanza sono associati ad uno stile di vita peggiore della mamma: minore attenzione a quello che si mangia, minori controlli medici, fino al rischio di abuso di sostanze. Inoltre lo stress in gravidanza causa un aumento del Cortisolo, una sostanza che comunque affligge il benessere del feto.

Un grande studio americano recente ha paragonato un gruppo di donne normali con un gruppo di donne affette da disturbi psichiatrici in gravidanza che non si sono curate e uno che invece ha ricevuto la terapia. Il risultato interessante è stato che quelle situazioni di rischio che si verificano con l’uso degli psicofarmaci (parto pretermine, basso peso alla nascita), si verificano nello stesso modo anche nelle mamme affette da depressione che non si sono curate, mentre gli effetti legati più strettamente all’uso degli antidepressivi in gravidanza (difficoltà respiratorie, agitazione del neonato etc) sono transitori.

Infine, uno studio nord europeo ha osservato che succedeva 16 anni dopo il parto nei figli di madri affette da depressione. Lo studio ha dimostrato che il rischio di sviluppare una depressione in adolescenza è aumentato di ben 20 volte rispetto alla media. Il rischio è ancora più elevato se la depressione nella mamma è avvenuta durante la gravidanza. Questo studio dimostra che non si tratta di un effetto solo genetico, di “predisposizione” alla depressione, ma che le sostanze che circolano nel corpo della mamma depressa potrebbero avere degli effetti a lungo termine sullo sviluppo del bambino.

Questi studi spaventano un po’, ma sicuramente chiariscono le idee rispetto al rapporto rischi/benefici della terapia farmacologica in gravidanza: in alcuni casi non curare i sintomi può creare più problemi dei farmaci stessi.
Resta essenziale la possibilita di fare una scelta consapevole insieme al proprio medico, personalizzata e sicura.

Fonti: sopsi 2014, report del simposio Depressione post patum, trattare o non
trattare: questo è il dilemma

Quote Rosa e Blu anche dentro casa!

Postato il

image

image

Si parla tanto di quote rosa, parità di genere, stesse possibilità per tutti. Ma in che modo la nuova (ormai nemmeno troppo nuova) ha cambiato la famiglia al suo interno?
Sicuramente alle donne viene chiesto molto di più: se prima dovevano occuparsi della casa e dei figli, ora devono anche fare le stesse cose degli uomini sul lavoro, non perdere la loro professionalità solo perché hanno un bambino, purtroppo in Italia, rischiare di perdere il contratto CoCoCo causa gravidanza.
Niente di nuovo fino a adesso. Ma agli uomini che succede?
Anche a loro viene chiesto molto d più. La possibile perdita del lavoro della compagna, il ruolo sempre più indefinito della mamma/compagna/professionista/amica ha portato dei notevoli cambiamenti anche nel ruolo di papà.
Oppure no!
Una ricerca recente dimostra che la maggior parte dei papá passa il tempo dopo cena a giocare con i bambini, mentre le mamme lavano i piatti.
E da li le solite discussioni
Mi sono occupata tutto il giorno di casa e pargoli e tu torni fresco e riposato e ti metti a giocare!
Lavoro tutto il giorno e quando torno devo continuare a lavorare!?

Se state pensando che questo è il solito articolo su quanto sono fiche le mamme e nullafacenti i papà, non abbandonate la lettura! Qui si parla di soluzioni!

Alla base di tutto ci deve essere una considerazione della famiglia per intero, piuttosto che dei soli genitori come “quelli che devono fare le cose dei grandi” e dei bambini deputati a vivere passivamente la loro vita in famiglia.
Sembra banale, ma anche i grandi possono i giocare e i piccoli organizzare!

Il consiglio numero 1 è quindi di smettere di parlare di compiti, ma rendere tutto un gioco… Dalla lista della spesa alla tavola da preparare, i bambini possono essere coinvolti nel processo decisionale e aiutare compatibilmente con la propria età. In questo modo tutti staranno giocando insieme, i bambini impareranno qualcosa di nuovo e i genitori ritroveranno un po di sorriso.

Consiglio numero 2: i genitori tendono a chiedere poco ai loro bambini in casa, che, quando sono a scuola  o con gli amici, fanno molte piu cose da soli. Puo essere utile fare maggiore attenzione a cosa viene richiesto al bambino fuori casa e importare alcune di queste capacitá anche nella vita di casa!

Consiglio numero 3: fate tutti insieme una lista delle cose che vanno fatte ogni giorno. Mettete delle preferenze rispetto a cosa ognuno preferisce fare, ma organizzate dei turni settimanali in modo che tutti facciano tutto!

Consiglio numero 4
Super mamme! Non cascate nella trappola del volte fare tutto a modo vostro! altri membri della famiglia potrebbero avere soluzioni migliori. Inoltre se la responsabilità di come vanno fatte le cose è tutta in mano vostra, non avere risolto nulla!
Super papá! Non fatevi scoraggiare da qualche critica di troppo e fate ascoltare la vostra voce… La parità non riguarda solo le donne!

Fonti:
Melinda Blau, One Genius Way For Parents To Stop Having The Same Old Fight

down

Un primo anno di….

Postato il

image

Oggi è il primo compleanno di uno dei miei nipotini acquisiti. È un periodo di primi compleanni, cosi come l’anno scorso è stato un periodo di nuovi nati. Il post di oggi è dedicato, appunto al primo compleanno.

Il primo compleanno è delle mamme e dei papà. È il loro momento per fare il punto della situazione. Per ricordare quel momento di eccitazione mista a paura difficile da spiegare, difficile da sentire.
Quando si sono rotte le acque e si è corsi in ospedale, quando mamma era in attesa del cesareo e papà a casa a sistemare le ultime cose. Quando si sapeva che dopo quel giorno la vita non sarebbe stata più la stessa.
La prima volta che si è attaccato al seno. Quella volta che l’ha rifiutato. Le volte che mamma e papà hanno pensato di non farcela, che era troppo per loro, e tutto insieme.
Poi ha cominciato a dormire la notte. Poi ha smesso di nuovo perché arrivavano i dentini.
È andato al nido la prima volta e poi è rimasto a casa una settimana per la febbre.
Ha imparato a stare seduto a giocare da solo, e poi ha imparato a gattonare e da solo non ci poteva più stare.
Il primo anno è stata un’altalena di indipendenza guadagnata e persa di nuovo.
Ma tutto, tutto è successo per la prima volta.
Mamma e Papà si sono sentiti chiamare per la prima volta. E poi si sono chiesti se davvero li stava chiamando oppure no.
E poi c’è stata la prima uscita in due, la riscoperta della coppia, che sembrava aver lasciato lo spazio ai genitori.

Care mamme e cari papa, questo primo compleanno è tutto per voi.
Come lo festeggiate?

Prima festeggia l’8 marzo

Postato il Aggiornato il

Ricapitolando: sabato 8 marzo Prima festeggia le #donne tutto il giorno (cosí come tutti i giorni!). Saremo su @Ryar_Web_Radio alle 12:50 per parlare di separazione e a Frascati alle 16:00 per parlare di depressionepostpartum e babyblues!

Il baby blues e la depressione post partum

Postato il

Ed eccolo qui! Il nostro intervento integrale andato in onda su Ryar Web Radio! Buon ascolto